Ripartire dalla vita reale


Salvino Cavallaro – I-Phone, tablet, smartphone, sono gli status symbol di oggi. Veri e propri prodotti tecnologici che sono capaci di rappresentare “l’indispensabile” per una comunicazione immediata. Un mondo virtuale che apparentemente tende la mano in aiuto alla realtà, ma si tratta di modelli educativi sbagliati che interferiscono sulla corretta educazione tra genitori e figli. Succede, infatti, che quasi sempre i figli sono più abili dei padri ad usare le nuove tecnologie, creando seri interrogativi sui veri modelli educativi. E così padri e madri si accorgono che devono pensare alla loro genitorialità che cambia come il mutare dei tempi. E poi i social che impazzano e ragazzi che con assoluta facilità mettono in rete qualsiasi tipo di testo, messaggio, filmato, foto e quant’altro, capaci di fare una comunicazione sbagliata e diseducativa. E allora ci si chiede con insistenza perché a seguito di fatti di stalking e di cyberbullismo, i genitori abbiano perso il “potere” di insegnare l’educazione attraverso il dialogo, la comunicazione diretta che sa di vita reale. Guardarsi negli occhi e dirsi tutto, è come stare in uno spogliatoio di calcio e parlare a cuore aperto con il proprio allenatore senza alcuna interferenza esterna. Ecco, diremmo proprio che questo sistema di comunicazione virtuale, ha condotto i giovani di oggi a scavalcare il senso privato della famiglia. E’ l’errore imperdonabile di ricercare la propria identità in chi ti illude di potertela dare, lasciando in disparte chi invece è lì che aspetta per aiutarti a crescere. E’ il risvolto di una medaglia che ha richiamato l’attenzione di sociologi, psicologi e illustri personaggi della comunicazione che studiano questa nostra società in cui stanno avvenendo vere e proprie rivoluzioni tecnologiche, atte a peggiorare alcune situazioni piuttosto che migliorarle. Una comunicazione virtuale errata nella sua logica, che va a intralciare i metodi di un’educazione familiare spesso rimpianta per la qualità evolutiva e l’equilibrio dell’adolescente. Se parliamo ad esempio di cyberbullismo, e cioè l’uso improprio delle nuove tecnologie per intimorire, mettere in imbarazzo, far sentire a disagio ed escludere alcune persone, ci accorgiamo come tutto ciò può avvenire con estrema facilità usando le modalità offerte dai media. Chat e Social Network sono presi d’assalto soprattutto dai giovani per pettegolezzi, immagini o video imbarazzanti, insulti e derisioni, con il chiaro intento di fare minacce fisiche alla vittima prescelta. Per ottenere tutto questo è facile servirsi di un qualsiasi media. Non vogliamo certamente biasimare le nuove tecnologie e tutto ciò che sta intorno al mondo della comunicazione moderna, tuttavia, riteniamo davvero pericoloso l’utilizzo improprio dei social che pure hanno una loro valenza ben precisa nel campo della divulgazione. Ma i giovani devono essere esortati a vivere una vita reale, quella vita vera che mette davanti i disagi e le fragilità di un’adolescenza che si materializza nella ricerca di un’identità che non trovano e cercano erroneamente nel mondo virtuale. La famiglia è l’unico vero social cui appigliarsi. Altri, credete, non ce ne sono.

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